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9 aprile 2018 - Solennità dell'annunciazione del Signore

Quest’anno il 9 aprile è stato il giorno della Solennità dell’Annunciazione del Signore. Un giorno speciale per noi figli e figlie della Madonna del Divino Amore, un giorno speciale, importante e bello della nostra vita, è il giorno del nostro rinnovato “Sì” al Signore che ci ha chiamato alla vita Sacerdotale e consacrata.
E’ stato un giorno grande, un giorno di gioia, di giubilo, ma soprattutto un giorno di grazia, perché in questo giorno solenne abbiamo ringraziato il Signore per il dono della fedeltà di dieci nostre sorelle per i loro tanti anni di consacrazione al Signore, 50 e 60, cifre che sono le prove concrete della fedeltà alla chiamata di Dio.
Un giorno Solenne nel quale quattro nostre sorelle hanno pronunciato il loro “Eccomi” definitivo nella Congregazione delle Figlie della Madonna del Divino Amore, emettendo la professione definitiva, nelle loro Comunità Parrocchiali di appartenenza, per origine o per apostolato, poiché le vocazioni sono un dono che il Signore fa’ alla Parrocchia che prega con fede. Infine un “Grazie” al Signore, per la fedeltà di noi tutti Figli e Figlie della Madonna, che abbiamo risposto di “Sì” alla sua chiamata. Nel Battesimo, tutti siamo chiamati alla vita divina, ma in più, a noi come Sacerdoti e come religiosi, Dio ci chiede di essere per sempre uniti a Cristo con la nostra consacrazione.

Un giorno, Dio ha detto a ciascuno di noi: "Se vuoi… puoi seguirmi!". E’ Lui che ci ha scelto con amore, come il giovane ricco, al quale "Gesù, fissatolo, lo amò" (Mc 10,21), anche a noi Dio ci ha amato con amore totale, personale con amore di elezione, con amore libero: "Se vuoi...".

Ciascuno di noi, molti anni fa’, abbiamo risposto alla chiamata e ci siamo consacrati al Signore; abbiamo detto come Maria, a Nazareth: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). La vocazione è un’offerta d’amore e noi abbiamo creduto all’Amore, a Cristo come il nostro tesoro, la nostra realizzazione e la nostra felicità. Nella nostra vita ci siamo offerti al Signore “come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio: questo è il nostro culto spirituale” (Rom 12,1).

Oggi facciamo nostre le parole di Paolo ai Filippesi (3,7-14): “tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore”e ripetere, con allegria, le parole del Profeta Isaia: “Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio” (Is 61,10).Dio è Amore, l’unico Amore, il centro della vita di ogni religioso. L’amore di Dio che è totale esige la donazione totale: “L’Amore deve essere amato!”. La vita del consacrato è e deve essere una donazione totale a Dio. Ciò si manifesta nella donazione di sé, nell’apostolato, nel lavoro fatto in favore degli altri, con umiltà, con semplicità. Il giorno della nostra prima professione abbiamo promesso di “osservare il Santo Vangelo del Nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità”, Senza dubbio ci sono stati momenti di difficoltà e di sofferenza lungo questi anni. Forse qualche volta Gesù sembrava assente o dormiva sulla barca mentre infuriava la tormenta. (cf. Mc 4,35-40 ) La Fraternità ci deve essere sempre di aiuto, perché soltanto se c’è comunione, possiamo essere testimoni dell’amore di Dio Padre e del suo Regno di amore e di pace. Oggi non facciamo soltanto un ricordo di un passato. Tutti camminiamo verso un futuro, sempre aperto alle meraviglie del Signore. E’ un futuro assicurato, perché abbiamo accanto a noi il Signore! Qual è il futuro? Come cristiani, siamo chiamati alla santità! Come arrivare a questa meta? Prima di tutto, ripetendo le parole di Paolo a Timoteo: “Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ci è stato affidato” (2Tim 1,14).

E ripetere le parole del Vangelo che abbiamo ascoltato: Signore, “accresci in noi la fede!” (Lc 17,5). Ciò significa: Dacci Tu una mano! Sembra incredibile dire questo a consacrati che servono Gesù dopo tanti anni, ma il Signore ci raccomanda di ripetere le parole del Vangelo di oggi: “Siamo servi inutili, abbiamo fatto quanto dovevamo fare” (Lc 17,10). Sembrano parole difficili, ma Gesù ci dice oggi una cosa molto semplice: “Non temere, continua solo ad avere fede!”. Ciò significa far in modo che la vostra vita manifesti Cristo:, quando servite i fratelli, in ogni momento fate in modo che tutti possano vedere in voi l’amore di Dio che ha dato se stesso per noi. In questo giorno potete proclamare, con la Vergine Madre, “la serva del Signore”, il modello dei consacrati: “L’anima mia magnifica il Signore” (Lc 1,46), perché “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il Suo Nome” (Lc 1,49). Dio, assicura l’Apostolo Paolo, “che ha iniziato in voi opera così eccellente, la porterà a compimento” (Fil 1,6). Così sia!