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GESÙ CRISTO È L’AMORE DIVINO PARTORITO DA MARIA.

Omelia S.E. Mons Enrico Dal Covolo 3 gennaio2025
Celebrazione Eucaristica del 3 gennaio2025

Dal Vangelo secondo Giovanni (1,29-34)

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele”.
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Parola del Signore.



Carissimi, la parola chiave della liturgia che stiamo celebrando ve l’ho già detto è il nome di Gesù. Gesù Cristo è la nostra speranza! Gesù Cristo è l’amore divino partorito da Maria. Ed è nel santo nome di Gesù che noi siamo i figli di Dio, come ci ha detto Giovanni l’apostolo nella prima lettura e Giovanni Battista nel Vangelo lo vide venire incontro a lui e ne rese testimonianza. Adesso vi sorprenderò un pochino ma poi capirete tutto, perché vorrei partire per questa breve omelia, da un personaggio centrale del presepio, è Giuseppe, anche se non è facile parlare di lui e vedremo il perché. Sappiamo che era un uomo giusto, buono e obbediente alle indicazioni del Signore, sappiamo che dovette guidare la fuga di Gesù e Maria in Egitto, per evitare la persecuzione di Erode. Poi ritornato in Palestina a Nazaret esercitava il lavoro del carpentiere, qualcosa a mezzo tra il falegname e il fabbro e così manteneva la sua famiglia. Certamente nel suo lavoro si faceva aiutare da Gesù e così gli insegnò il suo stesso mestiere. Ma cosa strana ed è per questo che non è facile parlare a lungo di San Giuseppe, nei vangeli canonici non è riportata neppure una parola di San Giuseppe, neanche una, eppure sappiamo che Giuseppe, uomo obbediente almeno una parola dovette dirla, proprio perché nel sogno gli era stato ordinato così e quando nacque il bambino, il padre, perché doveva farlo il padre e tutti consideravano Giuseppe il padre di Gesù. Il padre doveva pronunciare il nome del figlio e questo nome e questa parola che sicuramente Giuseppe pronunciò è Gesù, come gli aveva detto l’angelo: lo chiamerai Gesù. Ora, e qui mi capite, io mi immagino quante volte Giuseppe avrà pronunciato questo nome Gesù, chissà quanto amore, quanta devozione, quanta fede ci metteva mentre pronunciava questa parola. Ecco, miei cari, io vi invito a prendere Giuseppe come modello, cioè pronunciate sempre e spesso il nome di Gesù come lo pronunciava Giuseppe, con lo stesso amore, con la stessa devozione, con la stessa fede. Poi vorrei portarvi altre due testimonianze veramente eccezionali di uomini che amarono il nome di Gesù, come poche persone al mondo. Il primo che vi cito è l’ultimo dei Padri, San Bernardo di Chiaravalle morto nel 1135. Bernardo diceva così in un suo famoso sermone: “Solo Gesù è miele alla bocca, canto all’orecchio, giubilo per il cuore.” Ai suoi tempi c’erano estenuanti battaglie teologiche proprio sul nome, ebbene, l’Abate di Clairvaux, non si stancava di ripetere che uno solo è il nome che conta, quello di Gesù Nazzareno la nostra speranza. “Arido è ogni cibo dell’anima”, scriveva, “se non è condito con questo olio, insipido se non è condito con questo sale, quello che scrivi non ha sapore per me se non vi avrò sentito risuonare il nome di Gesù. Gesù: miele nella bocca, canto nell’orecchio, giubilo nel cuore”. Impressionante è proprio la parola di un innamorato di Gesù e del suo nome. Un altro innamorato del nome di Gesù è un grande santo dei nostri giorni, Sano Paolo VI molti di noi l’hanno conosciuto, potremmo dire che siamo delle reliquie viventi, reliquie di secondo grado il postulatore lo sa, perché lo abbiamo toccato, lo abbiamo baciato, ecco questo Santo. Allora voi tutti ricorderete che a Manila nella solennità di Re e Signore dell’universo, nel 1970 egli tenne una famosa omelia, pochi sanno che in quella circostanza la sua talare bianca risultò strisciata di rosso perché subì un attentato da parte di una persona ma la cosa fu occultata opportunamente. Però è significativo pensare che mentre esprimeva il suo amore infinito per Gesù effondeva per Lui il proprio sangue. Dice fra l’altro “io devo confessare il suo nome, Gesù è il Cristo. Figlio di Dio egli è il rivelatore di Dio invisibile, è il primogenito di ogni creatura, è il fondamento di ogni cosa egli è il maestro dell’umanità, è il redentore egli è nato, è morto, è risorto per noi, egli è il centro della storia e del mondo. Egli è colui che ci conosce e che ci ama egli è il compagno e l’amico della nostra vita, egli è l’uomo del dolore e della speranza è colui che deve venire e che deve un giorno essere il nostro giudice e come noi speriamo la pienezza eterna della nostra esistenza. Il nome di Gesù è la speranza si coniugano: Gesù Cristo è la nostra speranza, egli è la luce, la verità, anzi egli è la Via, la Verità e la Vita, egli è il pane, la fonte, l’acqua viva per la nostra fame e la nostra sete, egli è il pastore, la nostra guida, il nostro esempio, il nostro conforto, nostro fratello come noi e più di noi egli è stato piccolo povero, umiliato. Lavoratore paziente nella sofferenza, per noi egli ha patito, ha compiuto miracoli, ha fondato un regno nuovo, dove i poveri sono beati, dove la pace è principio di convivenza, dove i puri di cuore e i piangenti sono consolati ed esaltati, dove quelli che aspirano la giustizia sono rivendicati, dove i peccatori possono essere perdonati, dove tutti sono fratelli. Gesù Cristo voi ne avete sentito parlare, anzi la maggior parte almeno siete già suoi, parlava a sei milioni di persone ma non tutti erano cristiani c’erano anche persone di altre religioni. Ebbene a voi cristiani lo ripeto il suo e a tutti io lo annuncio Gesù Cristo è il principio e la fine l’Alfa e l’Omega, egli è il Re del nuovo mondo, egli è il Signore della storia egli è la chiave dei nostri destini è il rivelatore, il ponte tra la terra e il cielo, egli è per antonomasia il figlio dell’uomo perché egli è il figlio di Dio eterno infinito, è il figlio di Maria la benedetta fra tutte le donne sua madre nella carne e Madre nostra nella partecipazione allo spirito del corpo mistico. Gesù Cristo ricordatevi questo è il nostro perenne annuncio è la voce che noi facciamo risuonare per tutta la terra e per tutti i secoli dei secoli. Amen

Omelia di S.E. Mons. Enrico Dal Covolo Celebrazione Eucaristica del 3 gennaio2025