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Agosto 2010 - Risonanze e immagini della settimana mariana

Un sabato pomeriggio, mentre accompagnavo una cara amica nella visita del Santuario del Divino Amore, il mio sguardo è stato catturato da una frase che spiccava fra le righe di un manifesto affisso alla parete: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2, 5). Attratta da questa esortazione, ho accolto l’invito descritto nel manifesto, partecipando così a un’esperienza di grande arricchimento spirituale e non solo.

Dal 24 al 30 agosto 2010 un gruppo di circa venti ragazze provenienti da varie località italiane ha vissuto una settimana di spiritualità mariana presso il Santuario. Con cura e pazienza le Figlie della Madonna del Divino Amore, Suor M. Paola, Suor M. Carolina, Suor M. Michela e Suor M. Edivane, ci hanno guidate a scoprire il significato di questa frase del Vangelo di Giovanni, pronunciata da Maria durante le nozze di Cana.

Il primo giorno è stato dedicato all’accoglienza e alla conoscenza reciproca, ma le presentazioni sono andate ben oltre gli schemi tradizionali. Siamo state invitate a disegnare un fiore; non un fiore qualunque, ma quello in cui ci identifichiamo di più, quello che ci rappresenta e che può descriverci al meglio. In poco tempo il pavimento della stanza si è trasformato in un prato fiorito, mano a mano che ognuno vi appoggiava il suo disegno: rose, girasoli, gigli, margherite...

Come scriveva Santa Teresa di Lisieux nel suo libro autobiografico Storia di un’anima, “tutti i fiori della creazione sono belli, le rose magnifiche e i gigli bianchissimi non rubano il profumo alla viola, o la semplicità incantevole alla pratolina… Se tutti i fiori piccini volessero essere rose, la natura perderebbe la sua veste di primavera, i campi non sarebbero più smaltati di infiorescenze.

Così è nel mondo delle anime, che è il giardino di Gesù. Dio ha voluto creare i grandi Santi, che possono essere paragonati ai gigli e alle rose; ma ne ha creati anche di più piccoli, e questi si debbono contentare d’essere margherite o violette, destinate a rallegrar lo sguardo del Signore quand’egli si degna d’abbassarlo. La perfezione consiste nel fare la sua volontà, nell’essere come vuole lui.”

Nel corso della settimana abbiamo toccato con mano la verità di queste parole, scoprendo la bellezza e la ricchezza della nostra diversità: tutte abbiamo potuto esprimere noi stesse e ciascuna con la propria presenza ha dato un contribuito prezioso; le differenze di età e quelle caratteriali non ci hanno impedito di stare in comunione, ma, anzi, ci hanno permesso di avere uno scambio reciproco di opinioni ed esperienze che ci ha arricchito e riempito di gioia.

Il secondo e il terzo giorno sono stati dedicati all’ascolto della Parola di Dio e alla riflessione: Don Fernando Altieri, Oblato della Madonna del Divino Amore, ci ha aiutate, attraverso due catechesi, a “entrare” nell’episodio delle nozze di Cana descritto nel Vangelo di Giovanni, con particolare attenzione a Maria.

La figura di Maria, insieme alla frase da lei pronunciata ai servi “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”, è stata il filo conduttore degli incontri di tutta la settimana. Una madre attenta alla voce di Dio, ma anche alla voce di tutti gli uomini; una madre che intercede per noi, alla quale possiamo affidarci quando sentiamo di essere giare vuote e screpolate, quando la gioia finisce e non vediamo più il senso di quello che facciamo, quando abbiamo bisogno di vino nuovo, di vino buono! Vino che può darci solo il Signore, sposo delle nostre anime. Maria ci mostra la strada per ricevere questo vino, ci esorta a fidarci di Lui, certa che non ci deluderà. La sua fede è un esempio di perfezione, che possiamo seguire ogni giorno: vivendo con attenzione alla voce di Dio e a quella degli uomini, alla voce di ogni povertà e di ogni richiesta d’aiuto; imparando a intercedere gratuitamente, cioè a pregare non solo per noi stessi ma anche per gli altri, senza aspettarci di ricevere qualcosa in cambio; coinvolgendo gli altri, come ha fatto Maria con i servi; “facendo il Vangelo”, cioè mettendo in pratica gli insegnamenti di Gesù, perché essere cristiani vuol dire essere contemplativi e operativi allo stesso tempo ed essere operativi significa innanzitutto amare.

Per mettere subito a frutto gli insegnamenti ricevuti e per riceverne altrettanti, abbiamo trascorso un pomeriggio in una R.S.A. (Residenza Sanitaria Assistita) coinvolgendo alcuni degli anziani ospitati nella residenza in canti, balli e giochi a premi, ma soprattutto parlando con loro e cercando di portare sorrisi e buon umore. Un’esperienza non facile, come tutte le esperienze che hanno a che fare con la sofferenza e la malattia, ma senza dubbio edificante e ricca di momenti che rimarranno a lungo impressi nella nostra memoria.

Il quarto giorno è stato caratterizzato dal prezioso contributo della professoressa Silvia Polizzi, docente di iconografia, arte e spiritualità. Attraverso l’accurata analisi di un’icona da lei realizzata, raffigurante l’episodio delle nozze di Cana, ci ha fatto entrare ulteriormente nella profondità del messaggio e dei segni del Vangelo. Ci ha inoltre accompagnate nella meravigliosa esperienza della preghiera contemplativa: un tempo di preghiera silenziosa davanti all’icona, immagine della Parola di Dio, in cui ognuna di noi ha potuto idealmente collocarsi in quella scena, immaginando di partecipare alla festa di nozze e di parlare con Gesù e con Maria. Questo tempo di silenzio e riflessione interiore, che si è protratto anche durante il pranzo e si è concluso verso metà pomeriggio, ha portato frutti abbondanti che abbiamo condiviso prima in piccoli gruppi e poi tutte insieme, attraverso pensieri scritti, disegni e rappresentazioni simboliche. Alla fine della giornata l’icona delle nozze di Cana ha preso vita grazie a una piccola rappresentazione teatrale da noi realizzata, che ci ha permesso di appropriarci ulteriormente di questo bellissimo brano del Vangelo.

Non sono mancati momenti dedicati alla preghiera, alla celebrazione dell’eucarestia e al sacramento della riconciliazione; una notte intera abbiamo camminato dal centro della città di Roma fino al Santuario del Divino Amore cantando e pregando Maria e la mattina dopo il Papa ci ha accolte, insieme a tanta altra gente, nel cortile della sua residenza estiva per l’ascolto dell’Angelus domenicale.

L’intera settimana è stata un alternarsi di momenti di preghiera e momenti di gioco, di ascolto e di condivisione, di riflessione e di convivialità; ogni momento aveva la sua importanza e allo stesso tempo ne dava di più a quello successivo, in un crescendo di coinvolgimento nel rapporto con Dio e in quello tra le persone, generato dallo Spirito Santo e accompagnato dalla presenza benefica di Maria.

 

Stefania Poeta