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LO “SPIRITO DI FAMIGLIA” TRA I COLLABORATORI DELLA MADONNA DEL DIVINO AMORE
Domenica 15 giugno 2025, festa della Santissima Trinità, presso il Santuario antico, i membri dell’Associazione pubblica di fedeli, Collaboratori e Collaboratrici della Madonna del Divino Amore, hanno rinnovato come ogni anno la “Promessa di appartenenza all’Associazione e, tramite questa, alla Famiglia del Divino Amore” (cfr. art. 9 dello Statuto). Il termine “famiglia” è già presente nella descrizione della natura e dei fini dell’Associazione, allorché si specifica la dimensione costitutiva degli associati che, per l’appunto, “appartengono alla Famiglia dei Figli e delle Figlie della Madonna del Divino Amore, sono portatori dello stesso carisma, corresponsabili della vitalità del progetto di Don Umberto Terenzi nella Chiesa e nel mondo”. E ancora, approfondendone l’identità: “L’Associazione apporta a tale Famiglia i valori specifici della sua condizione secolare, vive un particolare rapporto di comunione, di collaborazione volontaria e di partecipazione al carisma e alla missione della Congregazione delle Figlie della Madonna del Divino Amore e dei Sacerdoti Oblati, mantenendo sempre uno spirito di Famiglia” (cfr. art. 2 dello Statuto). ![]() Il Rinnovo delle Promesse è stata l’occasione per analizzare in maniera più profonda tale dimensione costitutiva ed identitaria dei Collaboratori a partire dal ritiro spirituale svoltosi sabato 14 giugno 2025 presso la Casa di preghiera “San Luca” di Guarcino. Durante tale incontro di preparazione all’Assemblea dell’Associazione, don Michele Pepe ha proposto una meditazione risalendo alle origini di tale dimensione, non solo comunitaria ma anche familiare, mediante la lettura di un testo del Padre don Umberto Terenzi, in occasione dell’omelia pronunciata durante la Messa Vespertina del 30 ottobre 1957 [MT 262], di cui si riportano alcuni stralci significativi: “Ciò che ha ispirato l’Opera della Madonna del Divino Amore fin dal principio, quasi trent’anni fa, è proprio lo spirito di famiglia; ma spirito di famiglia con la Madonna! […] Se si doveva creare un’opera intorno a questo Santuario […] doveva essere senz’altro, e non poteva essere altrimenti, che un’[opera] d’amore, di figli, a questa amabilissima e amatissima Madre. In questo senso calco la parola: spirito di famiglia e spirito di amore di figli verso l’Eccelsa Madre divina; spirito di amore fraterno, di compattezza e di unità di indirizzo sotto la vigilanza e lo spirito della Madre comune in tutte le Opere del Divino Amore”. Sin da queste prime battute si coglie un programma di vita improntato ad un autentico spirito evangelico mariano e a un conseguente impegno apostolico che porta frutti, che si apre agli altri e alla realizzazione dell’ “opera” in quanto “figli” della stessa Madre, e in quanto tali fratelli, nella prospettiva dell’unità di intenti, pur nella diversità dei doni ricevuti: “Quel che si fa in una famiglia ben ordinata, si deve fare da tutti i figli e le figlie con spirito di interesse proprio, di cosa propria. Non con spirito di interesse personale, egoistico, individuale o con intenzioni proprie, ma con lo spirito, nell’interesse e con l’intenzione unica di fare quello che serve, [cioè] quello che vuole la Madonna.” Il carisma e la spiritualità dell’Opera del Divino Amore si poggia sull’esigenza dell’unità dei Figli e delle Figlie, pensata da Don Umberto e ispirata dallo Spirito Santo, ma l’unità così concepita e pensata dal fondatore – chiarisce don Michele Pepe – non coincide con l’uniformità. Nel corpo mistico di Cristo ogni membro è pienamente libero ed autonomo, e deve perciò continuamente aderire al Corpo con un atto libero della sua volontà. Pertanto i membri di una famiglia, umana o religiosa che sia, non sono chiamati ad essere tutti uguali, ma nella loro individualità possono essere uno nello spirito che li anima. Se è vero che la famiglia si base anche sul rispetto e il riconoscimento dei carismi personali, è altrettanto vero che bisogna ripensare il concetto di unità ponendo attenzione a non trascurare, anzi a valorizzare i doni e i carismi personali, in una prospettiva di armonizzazione tra unità ed individualità. Il dibattito tra gli associati ha fatto eco alla meditazione, cercando di rispondere ai quesiti su quale idea di famiglia dell’Opera del Divino Amore emerga dalle parole del Padre e quali elementi possano essere presi in considerazione per costruire la relazione e la comunione tra i Figli e le Figlie, anche tramite incontri comunitari e iniziative pastorali che possano concorrere a costruire l’unità. La celebrazione eucaristica del giorno successivo, presieduta da don Michele Pepe e incentrata sul tema della Santissima Trinità, piena rivelazione di Dio come Padre, Figlio e Spirito Santo, ha favorito la riflessione sul concetto dell’unità nella diversità che ha il suo culmine nel dono supremo dell’amore compiuto da Gesù attraverso la donazione di tutto se stesso. Egli, comunicando se stesso ai discepoli per mezzo dell’effusione dello Spirito Santo, ci invita a una comunione piena di vita, ci rivela la ricchezza dei suoi doni e della speranza della gloria futura e ci chiama ad una vita di santità e di donazione nell’amore al prossimo. Quindi, alla presenza della Direttrice Generale Madre Sr. M. Luisa Carminati, più di 60 associati hanno rinnovato la Promessa di appartenenza all’Associazione sotto lo sguardo materno della Vergine del Divino Amore, impegnandosi a vivere una vita autenticamente cristiana nella famiglia e nel lavoro, ad avere un’attenzione particolare per le persone che si trovano in difficoltà, ad approfondire sempre di più lo spirito di Don Umberto Terenzi e a collaborare con la Famiglia del Divino Amore. Al termine della celebrazione, sembrano ancora riecheggiare le parole del Padre che raccomandava e raccomanda ancora ai suoi Figli: “primo, di impregnarsi dello spirito di questa famiglia della Madonna; secondo, di sviluppare le opere che il Cuore Immacolato materno di Maria può averci affidato, ci affida e ci affiderà in futuro.”
Un Collaboratore della MDA
Daniele Pettinari |
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