Se vuoi sostenere la Casa Famiglia “ Mater Divini Amoris, puoi farlo, oltre che con la preghiera e il tuo tempo libero, anche utilizzando il conto:
Intesa SANPAOLO
Piazza Paolo Ferrari, 10 - Milano
Ag. 5000
codice IBAN:
IT84R0306909606100000013536
Intestato a:
CONGREGAZIONE DELLE FIGLIE DELLA
MADONNA DEL DIVINO AMORE
Casa Famiglia M.D.A.
|
Home Storia - Il fondatore Storia - Il fondatore
 Don Umberto Terenzi, undicesimo di dodici figli, nacque a Roma il 30 ottobre 1900 e crebbe in una famiglia cristiana di Guarcino, ridente paese in provincia di Frosinone. Ben presto manifestò il desiderio di farsi sacerdote, e trovò nel suo vice parroco, il servo di Dio Don Pirro Scavizzi, un padre spirituale ricco di virtù, una guida illuminata nel discernimento vocazionale. Da lui, oltre che dalla mamma, ricevette il grande impulso di fede per la devozione alla Madonna. Fu alunno disciplinato del Pontificio Seminario Romano Minore e Maggiore, ove compì con profitto tutti gli studi secondo i programmi del tempo. Era felice di ricoprire, tra gli altri incarichi, quello di sagrestano per restare più vicino a Gesù Eucaristia e alla Madonna, invocata come “Madonna della perseveranza” al Seminario Romano Minore, e “Madonna della fiducia” a quello Maggiore. Fu ordinato sacerdote il 31 marzo 1923 e celebrò la prima messa eucaristica il 1° aprile dello stesso anno nella chiesa parrocchiale di Sant’ Eustachio. Risulta che fosse destinato al servizio diplomatico della Santa Sede. Disposto a fare la volontà di Dio, egli pregava intensamente il Signore di poter esercitare il suo ministero sacerdotale nella vita di parrocchia.
 Fu Prefetto al Seminario Minore prima e al Maggiore dopo, e dal 1926 al 1930 viceparroco nella parrocchia romana di Sant’ Eusebio. Il 29 dicembre 1930 fu nominato Rettore e due anni dopo Parroco del Santuario della Madonna del Divino Amore in Roma, dove consacrò tutta la sua esistenza terrena al servizio della sua dolcissima Mamma celeste e delle sue Opere. Alcuni mesi prima di accettarne l’incarico, fece il primo sopralluogo al Santuario. Il primo impatto all’arrivo al Santuario fu doloroso e triste, quasi una pugnalata al cuore, perché rimase impressionato dal grande degrado ambientale del luogo.
Don Umberto Terenzi, indefesso nel suo ministero, visitò personalmente tutte le famiglie del grande territorio della sua Parrocchia, segnato dalla povertà, dalla malaria, dall’analfabetismo. Nessuna persona bisognosa che bussava alla sua porta ritornava a casa senza aver ricevuto un aiuto. Manifestò sempre un cuore di padre sensibile ad ogni forma di indigenza sia materiale che spirituale.
Dotato di notevole sensibilità e delicatezza, che lo portava naturalmente ad incontrare la gente, egli seppe unire la forza fisica tipicamente maschile a tanta tenerezza, manifestando una grande capacità e disponibilità all’ascolto di chi lo avvicinava. Il Santuario diventava sempre più il centro propulsore di tutte le iniziative per “conoscere e far conoscere, amare e far amare la Madonna, costi quello che costi”, come egli amava spesso ripetere. Per incrementare lo sviluppo della pietà mariana, egli avviò il “Collegamento Mariano Nazionale” tra i Santuari dell’Italia.
 Don Umberto Terenzi prese dimora definitiva a Castel di Leva il 31 marzo 1931, anniversario della sua ordinazione sacerdotale, e diede avvio alla sua opera.
Un gruppo di ragazze dell’Azione Cattolica di S. Eusebio si prestò per i lavori di chiesa, in particolare nelle prossimità delle feste e dei grossi pellegrinaggi.
Gli inizi del Figlie del Divino Amore sono nascosti qui: in abiti ancora borghesi, ma già unite in vita comune sotto «il manto della Madonna», votate al santuario, cariche solo di entusiasmo per l’assistenza di quella povera gente che scendeva dai Colli Albani con vestiti variopinti e col cuore grande dei pellegrini.
Ai tre voti tradizionali ne aggiunsero un quarto: quello di «amare e far amare la Madonna».
Il 5 agosto 1959 la Congregazione ebbe il riconoscimento di diritto diocesano, il 5 agosto 1961, con protocollo 6632/56, il decreto di lode, l’8 dicembre 1979 con Decreto 1/77 il riconoscimento di diritto pontificio.
Con le Figlie del Divino Amore, guidate da Suor Maria Elena Pieri, nacquero altrettanto automaticamente l’asilo e l’orfanatrofio: il primo, dopo appena un anno, nel 1933, già raccoglieva i bambini dei contadini e dava loro assistenza, istruzione ed educazione cristiana; il secondo sorse nel 1937 per raccogliere le orfanelle dell’Agro Romano e ragazze di famiglie povere e numerose, a titolo di completa gratuità, senza neppure i contributi statali.
Per lo stesso automatismo, Don Umberto pensò agli Oblati della Madonna, per i ragazzi che desideravano avviarsi al sacerdozio.
Don Umberto, uomo di grande fede in Dio, innamorato della Vergine Maria e del Suo sposo San Giuseppe, credeva fermamente nell’intervento della Divina Provvidenza. La sorgente della sua luce interiore era lo Spirito Santo che scopriva meditando la Parola di Dio, soprattutto quella della liturgia del giorno. Il suo nutrimento spirituale quotidiano era l’Eucaristia.
Tutto il suo ministero sacerdotale fu "mariano". Nell’ultimo incontro con i suoi sacerdoti, avvenuto la sera del 2 gennaio 1974, il giorno prima di morire, egli raccomandò loro di restare uniti, di prodigarsi con ogni sforzo per la diffusione del Divino Amore e della devozione mariana e di non tralasciare mai il pellegrinaggio notturno, di circa 15 chilometri, da farsi a piedi partendo da Roma alla mezzanotte del sabato per arrivare al Santuario alle prime luci dell’alba della domenica. Il profetico sogno missionario del Servo di Dio di “portare il Divino Amore usque ad extremum terrae”, è diventato realtà e continua ancora oggi a realizzarsi nel mondo attraverso l’operato dei Figli e delle Figlie degli Istituti religiosi fondati dal Servo di Dio, presenti in Italia, in Francia, in Colombia, in Nicaragua, in Brasile, in Perù, nelle Filippine e in India. Il loro carisma, tutto mariano, sgorga dalle parole della Vergine Maria all’Angelo Gabriele:
“Ecco l’ancella del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola”.
|