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Dal 19 al 24 luglio il Corso di Esercizi Spirituali

Potentemente rafforzate nel nostro uomo interiore


E’ l’uomo nuovo, l’uomo nascosto, creato ad immagine di Gesù risorto, che ha bisogno di essere potentemente rafforzato dentro di noi. “Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori” (Ef 3,17).

Con queste illuminate espressioni, presso la nostra Casa di spiritualità San Luca a Guarcino, ha avuto inizio il corso di Esercizi Spirituali, predicati da Sua Eccellenza Monsignor Gianpiero Palmieri, vicegerente della Diocesi di Roma.

Per raggiungere l’obiettivo di essere persone nuove, ad immagine di Gesù risorto, è fondamentale liberarsi da tutto il negativo che si annida nel nostro cuore e permettere al Signore di purificarlo. Tenendo presente gli insegnamenti degli antichi Padri della Chiesa, gli autori cristiani dei primi sei secoli e in particolare Evagrio, è fondamentale compiere un itinerario di purificazione interiore da tutto ciò che inquina il cuore. Gli ostacoli principali sono: l’avarizia, la gola, la vanagloria, la superbia, l’ira, la tristezza, la lussuria, l’accidia. Mi soffermerò su alcuni di questi ostacoli.

L’avarizia: tensione a trattenere, non solo i beni, ma anche gli altri o se stessi, che impedisce di essere generosi e ci rende diffidenti ed avari.

La gola: per stare in piedi, ingoiare, non solo il cibo, ma anche gli altri (chi annulla gli altri per affermare se stesso). E’ goloso ad esempio il potente che gode nell’avere tanti “schiavi” di cui disporre a suo piacimento. Chi distrugge la reputazione degli altri, per affermare il proprio ruolo o la propria personalità. Per i Padri l’esempio massimo del goloso è Caino, che uccide il fratello, perché lo mette in ombra.

La vanagloria: l’io sta in piedi se raccoglie stima, applausi, consensi. C’è anche l’insicuro, chi ha poca stima di sé, che ha bisogno di consensi. Il risultato è lo stesso: si mette allo specchio, ripiegato su se stesso E’ come l’edera che si abbarbica alle buone opere per ripetere a se stessi di essere bravi.

La superbia. La persona vede solo se stesso e la sua idea, non è capace di ascolto. Il superbo non sa chiedere scusa, non riconosce mai il suo errore, perché pensa di non farne. Il superbo normalmente non cerca compagni, ma “satelliti”, che prima o poi lo manderanno (speriamo per loro!) a quel paese. Il superbo morirà da solo, è praticamente ateo, arrabbiato con il mondo intero che non ha capito il suo valore e la sua grandezza. Vedi la parabola del fariseo.

C’è poi l’ira, le persone che vedono ovunque nemici e reagiscono di conseguenza; la tristezza, per cui si sentono vittime del mondo intero; la lussuria, l’eterno bambino che cerca solo il piacere, e infine l’accidia, la più pericolosa di tutti. Prima un giaguaro, dopo i 40 anni c’è la linea discendente, iniziano gli acciacchi, si fa il bilancio della propria vita e non sempre è positivo. E’ un momento molto delicato, perché si vede solo il negativo. Evagrio, nella sua saggezza, dice che due sono le reazioni: se sono avvilito, sono tentato di pensare che nulla ha senso, quindi vivo con pigrizia, oppure mi impegno in mille cose, ma senza cuore, senza gioia.

Monsignor Palmieri ha più volte sottolineato come nella nostra vita ci sono delle ferite, eventi che riguardano i primi anni della nostra vita che ci segnano profondamente e spesso i peccati si attaccano a queste ferite della vita, soprattutto se non sono state metabolizzate e diventano cause di scelte o comportamenti sbagliati.

E’ quindi fondamentale chiedere al Signore di liberare in noi l’azione dello Spirito Santo, che tenta di farsi spazio dentro di noi. L’esperienza della misericordia ha la capacità di riattivare in noi l’azione dello Spirito, l’esperienza del perdono manda in frantumi il cuore di pietra, il cuore indurito, che diventa un cuore umano. La fede dell’uomo vecchio pensa alle cose di Dio, ma poi in effetti si lascia guidare da altre logiche: proteggersi, difendersi, affermarsi, giustificarsi: La fede dell’uomo vecchio lascia lo spazio alla fede dell’uomo nuovo, alla fede autentica e vera. In particolare è stato presentato l’itinerario di Pietro e della Beata Vergine Maria.

Lo Spirito Santo viene ad abitare in noi, riempie tutti gli spazi, rende spirituali i nostri pensieri, i nostri sentimenti, il nostro modo di ragionare, il nostro modo di vivere, persino i nostri sensi, che diventano spirituali: vediamo più facilmente la presenza di Dio intorno a noi, riconosciamo di più nelle parole di una persona che ci sta parlando, le parole che lo Spirito Santo ha insegnato in quel cuore.

Se sapremo diventare una comunità umana, riusciremo a percepire tanta umanità; quando invece siamo comunità molto rigide, troppo formale o perfette, anche con liturgie perfette e manca lo Spirito Santo, manca la vita.

In questo ambito è fondamentale il tema della sinodalità, tema molto caro a Papa Francesco, Chiedere allo Spirito Santo di ispirarci scelte giuste presuppone il dare spazio a Lui: se partecipiamo ad un cammino sinodale, dobbiamo impegnarci ad ascoltare tutti, avendo nel cuore l’atteggiamento di chi sa di non sapere tutto, senza il monopolio delle idee chiare e distinte, senza calcoli di numero. Solo così permettiamo allo Spirito Santo di parlare e di guidare le nostre decisioni.

Maria, Madre del Divino Amore, tempio dello Spirito Santo, ci aiuti a vivere, da donne nuove, i prossimi eventi della Congregazione, in particolare il X Capitolo Generale, con spirito sinodale.

A conclusione di queste profonde riflessioni del Vescovo, desideriamo ringraziare di cuore Sr Alexandra e Sr M. Carmela per la squisita e premurosa ospitalità di questa settimana, coadiuvati da Michele e Rita, due attivi membri dell’Associazione dei Collaboratori MDA.



Sr M. Patrizia P.